Here's an excerpt from my forthcoming super comprehensive guide book about Rome.
It will be called ROMAPEDIA.
The first edition was published in Italian as "Guida di Roma e provincia" in 2011 and the new enlarged edition is due to be released in 2014.
There will also be an edition in English available.
It is a work of synthesis and anthology of the most authoritative sources of facts and reliable information about the art of Rome and its Province.
It is an encyclopedic dictionary with 1,329 entries, including 483 churches, 278 palaces, and 152 museums.
It also includes a profusion of artistically or historically relevant buildings, monuments, archaeological sites as well as 95 towns in the province of Rome, constituting one of the richest sources of information available in a single book about the art and history of the Eternal City.
You can check out for free the first 63 pages of the first edition with this link:
The first edition was published in Italian as "Guida di Roma e provincia" in 2011 and the new enlarged edition is due to be released in 2014.
There will also be an edition in English available.
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It also includes a profusion of artistically or historically relevant buildings, monuments, archaeological sites as well as 95 towns in the province of Rome, constituting one of the richest sources of information available in a single book about the art and history of the Eternal City.
My new ROMAPEDIA blog with the most complete encyclopedia about the art and history of Rome and its surroundings is being published. New entries are being added everyday. Here is the link: romapedia.blogspot.it
Vespasiano (69/79) fece iniziare la costruzione nel c. 70/72 d.C. e lo dedicò ancora incompleto prima della morte nel 79
Fu inaugurato completo da Tito (79/81) nell'anno 80
Fu ulteriormente perfezionato da Domiziano (81/96)
Restaurato da Alessandro Severo (222/235) dopo l'incendio del 217 causato da un fulmine. Fu riaperto solo nel 223 dopo sei anni
Il vero nome era Anfiteatro Flavio dal nome della dinastia d'imperatori che lo aveva fatto costruire: papà Vespasiano (69/79) e i suoi due figli Tito e Domiziano
"Anfiteatro" significava secondo Eugenio La Rocca: "spazio per gli spettatori attorno all'arena", secondo Filippo Coarelli: "doppio teatro"
Venne chiamato Colosseo solo nel medioevo (VIII sec.) molto probabilmente per la vicinanza del Colossus di 35 m (115 feet) la più grande statua in bronzo mai esistita al mondo opera dello scultore greco Zenodoro che imitò, superandolo in dimensioni, il Colosso di Rodi del III sec. a.C. di Chares di Lindos che era alto 32 m - 105 feet. Era uno dei sette Colossi che le fonti dicono essere presenti a Roma
Al tempo di Adriano (117/138) la statua fu spostata accanto all'anfiteatro con l'aiuto di 24 elefanti dalla sua posizione originaria dov'è ora il Tempio di Venere e Roma
Il volto di Nerone, che l'aveva originariamente fatto costruire e fatto porre nell'atrio della sua Domus Aurea, fu tramutato in quello del Dio Sole Helios
Verrà cento anni dopo ancora cambiato temporaneamente nel volto di Commodo (180/192) con la testa di leone in imitazione di Ercole. Commodo era talmente megalomane da voler cambiare il nome di Roma in Colonia Commodiana
La prima volta in cui si trova nelle fonti il termine Colosseo, anziché Anfiteatro Flavio è la famosa profezia dell'inizio dell'VIII sec.: "Quamdiu stat Colysaeus stat Roma; quando cadet Colysaeus cadet Roma et mundus" ovvero "Finchè rimarrà in piedi il Colosseo rimarrà in piedi Roma; quando cadrà il Colosseo cadrà Roma e il mondo intero" messa per iscritto nei Collectanea da Beda il Venerabile, un monaco anglosassone
Se tornassimo indietro nel tempo e chiedessimo a un passante nell'antica Roma: "Dov'è il Colosseo?" non saprebbe di che cosa stiamo parlando. Sarebbe come se oggi a New York un viaggiatore del tempo proveniente dal 3456 d.C. chiedesse: "Dov'è Susan?" e ad una risposta interlocutoria replicherebbe: "Ma come, Susan, l'enorme statua su un'isola con il braccio alzato!" - "Ma vuoi dire la Statua della Libertà?!" - "Noi nel 3456 la chiamiamo Susan!"
Le famiglie dei Frangipane e degli Annibaldi lottarono tra il 1100 e il 1300 per il suo possesso allo scopo di trasformarlo in palazzo
Nel 1312 fu restituito al Senato e al popolo di Roma e nel 1332 vi si allestì uno spettacolo nel quale morirono diciotto cavalieri della nobiltà romana
Nel 1349 un disastroso terremoto lo rese una cava di materiali da costruzione
Tra gli edifici costruiti a Roma sicuramente usando marmo del Colosseo:
Palazzo della Cancelleria, Palazzo Farnese, Palazzo S. Marco, Palazzo Barberini, le scale davanti alla Basilica di S. Pietro, S. Giovanni in Laterano, S. Agostino, Ponte Sisto e lo scomparso Porto di Ripetta
Vi si svolgevano i Sacri drammi con la rappresentazione della Passione, aboliti però nel 1539 da Paolo III Farnese (1534/49) poiché per il troppo coinvolgimento degli spettatori si verificavano episodi d'intolleranza verso gli ebrei e alcuni attori vennero anche linciati
Un progetto del 1714 di Carlo Fontana, mai realizzato per mancanza di fondi, prevedeva la costruzione di un'enorme chiesa dedicata ai martiri con cupola all'interno del Colosseo
Benedetto XIV Lambertini (1740/58) fece finire nel 1749 la distruzione per materiali costruttivi e lo dichiarò sacro per i martiri
DIMENSIONI
Alto 48,50 m (159 feet), diametro maggiore 188 m (617 feet), diametro minore 156 m (512 feet)
L'arena è c. 80 x 50 m (263 x 164 feet)
Si usarono 100.000 m³ di travertino e 300 tonnellate (330 tons) di ferro per le grappe che venivano fissate a piombo per evitare l’ossidazione
Venne riutilizzato come cava per il travertino e come miniera per il ferro tramite i buchi ora visibili
Gli speroni con mattoni furono costruiti a destra nel 1802 da Raffaele Stern (1774/1820) o Pietro Camporese, a sinistra (entrata) nel 1820/23 da Giuseppe Valadier (1762/1839)
Arcate interne 1820 di Luigi Canina (1795/1856)
Si stima che su questo spazio più piccolo di quello di un campo di football americano vennero uccise dalle 250.000 alle 500.000 persone e c'è chi dice molti di più nel corso di quattro secoli e mezzo: forse in nessun altro posto di queste dimensioni sulla terra è morta più gente
Non si è sicuri sulla capienza:
I gradini in marmo erano 40/45 e calcolando 44 cm (17 inches) a persona si arriva a 40.000/45.000 spettatori seduti più altri c. 5.000 in piedi nel portico in legno superiore, totale 45.000/50.000
Altri calcoli arrivano a c. 73.000 compresi i posti in piedi
Le fondazioni sono allucinanti:
Si tratta di un quinto piano sotterraneo profondo dagli 8 ai 12 metri (26/40 feet), costituito da pilastri di travertino, poggiante a sua volta su una platea di calcestruzzo, un grande anello di cemento che risparmia la superficie dell'arena. Secondo un recente studio costruire delle simili fondamenta ora costerebbe circa 42 milioni di euro
Durante la costruzione vi lavorarono contemporaneamente quattro cantieri diversi
C'erano tre settori (maeniana) più un quarto di legno sotto un colonnato (maenianum summum in ligneis) in cui c'era un'area per le donne da quando Augusto, per ragioni morali, aveva proibito la promiscuità nei luoghi di spettacolo
80 arcate al pianterreno con sopra il numero corrispondente al numero di biglietto (tessera) che avevano gli spettatori, tranne le quattro corrispondenti agli assi principali; l'unica conservata verso l'Oppio era quella imperiale e probabilmente aveva davanti un portichetto
Gli spettacoli erano anche un'occasione per la società romana di poter ammirare una rappresentazione in piccolo di se stessa ordinata gerarchicamente, dai senatori e le vestali nelle prime file, alle donne e gli schiavi nell'anello superiore
Si presume che il palco imperiale fosse al centro di uno dei due lati lunghi, probabilmente il lato sud per la vicinanza con il Palatino ma gli studiosi sono divisi su questo
"Gli ADITUS per il pubblico erano sessantotto, escludendo dal computo i sei ingressi riservati alle autorità, posti all'estremità dell'asse minore, e gli altrettanti destinati ai protagonisti dei giochi. Nulla resta dei TRIBUNALIA, i palchi per le autorità, precocemente smantellati in epoca tardoantica" (Rossella Rea)
240 mensole servivano a sorreggere i pali per il grande velariUM a spicchi per riparare gli spettatori dal sole che veniva manovrato da una squadra di c. 1.000 marinai del porto militare di Miseno stanziata in un'apposita caserma vicina, i Castra Misenatium
Ogni palo doveva sostenere un peso di c. 100 kg (220 pounds). I cippi di travertino esterni tuttora visibili erano probabilmente funzionali al velario con fori dov'erano fissati gli argani per tenere in tiro i cavi
60 ascensori portavano sull'arena uomini, bestie e macchinari scenici dalla vasta area sotterranea con straordinari effetti scenografici
"Tutti i pezzi combaciavano in un compatto, potente sistema di ascensori in grado di far apparire rapidamente bestie feroci, paesaggi e attrezzature nell'arena. Al culmine del suo funzionamento l'ipogeo conteneva 60 argani, ognuno alto come due piani e girato da quattro uomini per livello. 40 di questi argani sollevavano gabbie per animali in tutta l'arena, mentre i rimanenti 20 erano utilizzati per sollevare paesaggi appoggiati su piattaforme a battente di misura 3,5 per 4,5 metri. 28 piattaforme più piccole (circa 1 per 1 metro) identificate intorno al bordo esterno dell'arena (anch'esse utilizzate per il paesaggio) erano operate attraverso un sistema di cavi, rampe, ascensori e contrappesi" (Heinz-Jürgen Beste)
CAPPELLA DELLA MADONNA DELLA PIETÀ DEL COLOSSEO
Nota dal 1192 come SS. Salvatore de Rota Colisei e dal 1490 con il nome attuale
Restaurata 1622 quando fu affidata all'Arciconfraternita del Gonfalone
Ricostruita 1817 da Pietro Holl (1780/1855-56)
Rilievo "Madonna addolorata" di ignoto artista ottocentesco
Vi si celebra messa ogni sabato pomeriggio e domenica mattina
Accanto al Colosseo c'è la base della Meta Sudans, fontana conica in laterizio di età domizianea demolita in epoca fascista così che non interferisse con le sfilate fasciste
A est del Colosseo vennero trovati nel 1937 i resti del Ludus Magnus, caserma probabilmente a tre piani con anfiteatro in miniatura per l'allenamento dei gladiatori con capacità di c. 3.000 spettatori. Fu costruito sotto Domiziano e restaurato sotto Traiano
Nel 1939 venne trovato un passaggio sotterraneo per collegarlo al Colosseo. L'area fu sistemata negli anni 1957/61
A sud del Ludus Magnus resti di caserma simile ma più piccola, forse il Ludus Matutinus destinato ai bestiarii che combattevano le fiere. Il Ludus aveva questo nome perché i combattimenti dei Bestiarii si svolgevano di solito di mattina
A nord del Ludus Magnus si evince dalla Forma Urbis il Ludus Dacicus mentre il Ludus Gallicus era forse nelle immediate vicinanze
Inoltre nelle vicinanze del Colosseo c'erano altri edifici di servizio: lo Spoliarum dove erano spogliati i corpi dei gladiatori morti, il Saniarum ospedale per gladiatori, l'Armamentarium magazzino delle armi e il Summum Choragium per i macchinari scenici impiegati nell'anfiteatro
Fu utilizzato per combattimenti tra gladiatori fino al 438 (per 358 anni) con Valentiniano III (425/455) che autorizzò solo le venationes (battute di caccia) che continuarono almeno fino al 523 (per 443 anni)
Tuttavia la tradizione dei munera era molto antica: la prima menzione di combattimenti gladiatori a Roma è del 264 a.C. (702 anni in totale!) e i primi combattimenti a spese dello stato sono del 42 a.C.
"A lungo si è creduto che l'origine di questi spettacoli fosse da attribuire agli Etruschi, soprattutto sulla base, da un lato, di considerazioni di carattere etimologico (...), dall'altro di rappresentazioni di duelli in pitture e rilievi. La scoperta a Paestum di tombe della prima metà del IV sec. a.C. con pitture raffiguranti (...) duelli tra uomini armati ha consentito di ricondurre con maggiore verosimiglianza l'origine della gladiatura ad area osco-sannitica. Resta tuttavia incerto se i Romani l'abbiano importata dalla Campania (...) per via diretta o attraverso la mediazione etrusca. Quel che sembra certo è che a Roma gli spettacoli gladiatori ebbero, a partire dalla loro introduzione (...) e almeno fino ai primi anni dell'Impero, un carattere privato e funerario. (...) Sembra legittima l'ipotesi che le esibizioni di gladiatori siano nate come giochi funebri, secondo una consuetudine che pare avere radici lontane, comuni ad altri popoli del bacino del Mediterraneo" (Gian Luca Gregori)
Nel Colosseo avvenivano autentiche stragi soprattutto di animali: per inaugurarlo ci furono spettacoli per cento giorni consecutivi durante i quali rimasero uccisi c. 2.000 uomini e 9.000 animali. L'imperatore sotto il quale vennero uccisi più animali (11.000) fu Traiano
Il programma della giornata era:
All'inizio corteo di presentazione dei partecipanti all'evento, la cosiddetta pompa
Durante la mattinata combattimenti tra animali e numeri circensi e poi venationes ovvero combattimenti tra uomini e animali. Tra gli animali utilizzati: elefanti, coccodrilli, orsi, leoni, leopardi, struzzi e perfino orsi polari e foche
All'ora di pranzo esecuzioni di criminali e schiavi che avevano tentato la fuga, a volte intervallate da numeri comici o gare di atletica
Nel pomeriggio si tenevano i munera ovvero combattimenti di gladiatori
Non esiste nessun documento o prova che testimonia o riporta che i cristiani venissero uccisi nel Colosseo, anche se è possibile che durante lo spettacolo d'intermezzo all'ora di pranzo i cristiani venissero effettivamente uccisi negli anni (tredici in tutta la storia di Roma) delle persecuzioni
Secondo studi fatti sulle lapidi solo il 13% dei gladiatori rimaneva ucciso e i combattimenti erano di solito duelli a due con un arbitro chiamato Summa Rudis e un assistente Seconda Rudis. C'erano infatti regole ferree e gli spettatori apprezzavano tantissimo la bellezza dei movimenti, il coraggio dei combattenti e la soprattutto la loro correttezza
I gladiatori erano probabilmente in maggioranza schiavi anche se è impossibile stabilire una percentuale schiavi/liberi poiché il fatto che le iscrizioni li identificano solo con il cognomen non esclude che questi identifichino cittadini liberi che avevano scelto un "nome di battaglia"
Raramente venivano fatti combattere dei condannati a morte e solo pochi schiavi/gladiatori riuscivano a comprarsi la libertà con i soldi guadagnati
C'erano sicuramente anche molti professionisti (i cosiddetti auctorati, gladiatori volontari) e quindi cittadini liberi, tanto che due leggi dell'11 e del 19 d.C. dovettero vietare a senatori, cavalieri e loro familiari di esibirsi nell'arena nonché di calcare la scena nei teatri
Combattere nell'arena era considerata una prova di coraggio ma farlo per soldi era considerato disdicevole. In ogni caso i gladiatori erano famosissimi e spesso anche molto ricchi
Un gladiatore professionista faceva di media due o tre combattimenti all'anno e raramente superava i 20 combattimenti in tutta la vita
Le eccezioni più clamorose furono Asteropeus con 107 vittorie, Columbus con 88 e Incitatus con 80
Venivano reclutati intorno ai 17/18 anni e la loro aspettativa di vita era di c. 30 anni analoga comunque a quella media dell'epoca
C'erano anche spettacoli con gladiatrici donne ma Settimio Severo (193/211) li proibì
La maggior parte dei gladiatori conservava la specializzazione con un determinato tipo di arma e raramente cambiava
Le categorie di gladiatori erano tredici:
Traci, Mirmilloni, Oplomachi, Reziari, Secutores, Equites, Provocatores, Essedarii, Dimachaeri, Veles, Laquearii, Paegnarii, Andabatae
Vari imperatori hanno sicuramente combattuto nell'arena: Caligola (37/41), Tito (79/81), Adriano (117/138), Lucio Vero (161/169), Didio Giuliano (193) e, naturalmente, Commodo (180/192) che però morì assassinato nel suo bagno e non nel Colosseo come si vede nel film Il Gladiatore
Augusto stabilì i periodi dell'anno per i munera: 2/8, 17/23 dicembre e 19/23 marzo (solo 19 giorni l'anno in tutto) anche se ci potevano essere spettacoli extra. Il calendario di Furio Dionisio Filocalo del 354 d.C. per le 176 festività registrate ne assegna 102 al teatro, 64 alle corse dei carri e solo 10 ai munera
Doni venivano distribuiti alla fine degli spettacoli e per l'inaugurazione Tito fece lanciare palline di legno con simboli che corrispondevano a regali che potevano essere ritirati dopo lo spettacolo
Il pollice verso è un'infondata credenza popolare determinata dal dipinto del 1872 di Jean Leon Gérome "Thumbs turned" ora a Phoenix (Arizona)
Solo Giovenale parla di pollice verso (che non significa volto in basso ma rigirato o volto verso se stesso), mentre altre fonti usano addirittura aggettivi diversi
Il pollice in realtà, se si voleva la morte del gladiatore perdente, veniva probabilmente puntato verso l'alto o verso la gola orizzontalmente a indicare il tipo di morte che i gladiatori sconfitti facevano: si inginocchiavano e attendevano il colpo di spada dritto alla gola
Il popolo comunque quasi sempre salvava i gladiatori se avevano combattuto con coraggio e seguendo le regole. Un medaglione scoperto in Francia nel 1997 indica il gesto di un arbitro con il pollice dentro al pugno chiuso (non verso l'alto!) a indicare la volontà di risparmiare il perdente
Anche della frase Ave Cesare morituri te salutant non abbiamo alcuna evidenza storica nel Colosseo: secondo Svetonio fu pronunciata prima di una battaglia navale tra gladiatori sul Lago Fucino, a E di Roma. Il mito nacque con un altro dipinto di Gérome
Alcuni testi antichi (Marziale, Dione Cassio) parlano di battaglie navali nel Colosseo anche se con il notevole ipogeo, ciò sembra impossibile. Forse, essendo tali notizie limitate fino a Domiziano (81/96), le battaglie navali si svolsero solo quando l'ipogeo non era stato ancora costruito. Sarebbero avvenute quindi nel Colosseo solo nei primi anni e poi continuarono a tenersi negli stadi appositamente costruiti già da tempo, le Naumachie che era anche il nome delle battaglie stesse
Tra le NAUMACHIE c'era lo stagno di Agrippa in Campo Marzio ma soprattutto l'enorme Naumachia di Augusto del 2 a.C. (533 x 354 m - 1.750 x 1.161 feet - c. 3 volte il Colosseo!) o, in seguito, la Naumachia di Traiano o Vaticana nella zona di Prati
Nel Colosseo del resto, non potevano entrare più di due o tre navi mentre nella Naumachia di Augusto c'era posto per 30 tra biremi e triremi più altre navi più piccole con 3.000 soldati senza contare altre migliaia di rematori
Alcuni studiosi ritengono che l'Acquedotto Alsietino di 33 km (20,5 miles) che forniva la Naumachia di acqua sia stato fatto costruire apposta per vedere uomini uccidersi tra di loro su delle navi, essendo l'acqua non potabile
"Di due spettacoli acquatici Dione Cassio indica lo scenario dell'Anfiteatro, che Tito fece riempire d'acqua per un'esibizione di animali e per la battaglia navale tra corciresi e corinzi. I recenti rinvenimenti nei sotterranei del Colosseo, ove si svolgevano le febbrili attività connesse alle ultime fasi di preparazione degli spettacoli, consentono di affermare che nell'arena si siano eseguiti, nel corso dell'inaugurazione, giochi in acqua. La scoperta delle evidenti testimonianze di un'arena con sostruzioni lignee, funzionale al solo debutto, subito dopo sostituite da strutture in muratura, rende comprensibile le modalità di svolgimento dei giochi: l'arena di legno era reversibile, consentendo l'allagamento dello spazio ipogeo" (Rossella Rea)
Il gladiatore Spartaco si ribellò nel 73 a.C. e il suo esercito di schiavi venne sconfitto solo nel 71 a.C. quando le legioni di Crasso prima, e di Pompeo e Lucullo poi, uccisero c. 60.000 schiavi. c. 6.000 prigionieri furono crocifissi sulla Via Appia tra Roma e Capua, uno ogni 30 m (100 feet) per 186 km (115 miles)
Quando a fine 1700 si estirpò la vegetazione cresciuta nel Colosseo si contarono 420 specie diverse tra cui molte piante esotiche
Sono stati individuati 187 "colossei" nel territorio dell’impero e si stima che nel III sec d.C. ce n'erano sicuramente più di 200
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