Monday, April 4, 2011

Descrizione accurata della Basilica di San Clemente


Estratto da "Guida di Roma e provincia"



Here's an excerpt from my forthcoming super comprehensive guide book about Rome.
It will be called ROMAPEDIA.

The first edition was published in Italian as "Guida di Roma e provincia" in 2011 and the new enlarged edition is due to be released in 2014.
There will also be an edition in English available.
It is a work of synthesis and anthology of the most authoritative sources of facts and reliable information about the art of Rome and its Province.
It is an encyclopedic dictionary with 1,329 entries, including 483 churches, 278 palaces, and 152 museums.

It also includes a profusion of artistically or historically relevant buildings, monuments, archaeological sites as well as 95 towns in the province of Rome, constituting one of the richest sources of information available in a single book about the art and history of the Eternal City.

You can check out for free the first 63 pages of the first edition with this link:

My new ROMAPEDIA blog with the most complete encyclopedia about the art and history of Rome and its surroundings is being published. New entries are being added everyday. Here is the link: romapedia.blogspot.it

Basilica S. Clemente
(Piazza di S. Clemente)
Domus della seconda metà del II sec. eretta accanto a un edificio pubblico anteriore all'incendio neroniano, probabilmente diventato zecca quando fu qui trasferita da Domiziano (81/96) dall'originale sede sull'Arx, secondo alcune iscrizioni di età adrianea. Nel II sec. un mitreo fu costruito nel cortile della domus e poi forse diventò la domus ecclesia di Clemente che, secondo la tradizione, era un liberto bandito in Crimea sotto Traiano (97/118). Convertì molte persone di quel paese e 75 chiese furono edificate dopo la sua predicazione. Traiano, allora, ordinò che Clemente fosse gettato in mare con un'ancora al collo. Dopo questi avvenimenti, ogni anno, il mare recedeva di due miglia, fino a rivelare un sacrario costruito "miracolosamente" che conteneva le ossa del martire e permettere ai fedeli di recarvisi. Egli venne in seguito identificato con l'omonimo papa Clemente I (88/97) il 4° papa, le cui reliquie furono portate a Roma dai Ss. Cirillo e Metodio nell'867 e custodite nella basilica che sarebbe stata eretta nel IV sec. sopra la domus ecclesia. Le fonti su S. Clemente sono molto frammentarie e confuse e forse assommano in un'unica personalità notizie riguardanti due diversi Clementi vissuti nel I sec.
La prima notizia certa che si ha è dell'esistenza della chiesa è del 417/418. Dopo l'incendio dei Normanni del 1084 la basilica fu interrata per sostenere la nuova basilica 1118/25, rialzata di 5 m (17 feet) rispetto alla vecchia basilica. A causa delle persecuzioni religiose in Irlanda fu concessa nel 1677 ai domenicani irlandesi che tuttora la custodiscono
Basilica superiore
1118/1125 voluta da Pasquale II (1099/1118). PROTIRO VIII/IX sec. precede il QUADRIPORTICO con su un lato facciata 1715/19 di Carlo Stefano Fontana figlio di Carlo Fontana e fratello di Francesco Fontana. CAMPANILE seicentesco già situato sul lato opposto
Aspetto attuale della chiesa 1713/19 Carlo Stefano Fontana per Clemente XI Albani (1700/21)
L'apparato liturgico cosmatesco è il più integro tra quelli conservati a Roma, rappresenta il miglior esempio dell'arte della prima generazione dei Cosmati e diventerà la tipologia canonica seguita a Roma e nel Lazio. Ci furono almeno sette membri della famiglia, appartenuti a quattro diverse generazioni vissute tra il XII e il XIII sec., famosi per i loro lavori architettonici, per le loro sculture, ma soprattutto per i loro mosaici e le loro decorazioni in opus sectile realizzate soprattutto in luoghi ecclesiastici
La loro fama e maestria nel campo dei mosaici sono state tali che oggi si parla di stile cosmatesco per indicare lo stile e le tecniche utilizzate da questi maestri e dai loro imitatori
Sul portale d'ingresso "Frammento di architrave romano con il nome di Traiano". Sopra il portale "Cantoria settecentesca in legno dorato e dipinto"
Pavimento cosmatesco con dischi porfiretici (rotae) e al centro "Lastra tombale del Card. Vincentius Laureus" m.1592
Soffitto 1715 progettato da Carlo Stefano Fontana con affresco "Gloria di S. Clemente" 1714/19 capolavoro di Giuseppe Chiari (1654/1727) allievo romano prediletto di Carlo Maratta
Sulle pareti sopra il cornicione affreschi a d. "Storie di S. Ignazio di Antiochia", a s. "Storie di S. Clemente" 1711/16 dei migliori pittori a Roma in questo scorcio iniziale del Settecento: Pietro Rasina ("S. Cirillo" e "S. Metodio" in controfacciata), Pier Leone Ghezzi (a d. "Martirio di S. Ignazio nel Colosseo"), Giovanni Domenico Piastrini (a d. "S. Ignazio condannato ad bestiam da Traiano), Giacomo Triga (a d. "S. Ignazio si congeda da S. Policarpo vescovo di Smirne prima di imbarcarsi per Roma"), Tommaso Chiari fratello di Giuseppe (a d. "Morte di S. Servolo"), Giovanni Odazzi (a s. "Traslazione del corpo di S. Clemente"), Sebastiano Conca (a s. "Miracolo della fonte di S. Clemente in Crimea", "Apparizione dell'angelo" e "Prodigio della fonte"), Pietro de' Pietri (a s. "S. Clemente porge il velo a S. Domitilla"), Giovanni Antonio Grecolini (a s. "Martirio di S. Clemente")
NAVATA DESTRA
1°d CAPPELLA DI S. DOMENICO con marmi pregiati antichi che incorniciano "Estasi di S. Domenico" e a s. "Resurrezione del giovane Napoleone Orsini" di ignoto settecentesco allievo del Conca, a d. "Miracolo di S. Domenico in S. Sisto Vecchio" 1715 Sebastiano Conca (1680/1764)
INGRESSO ALLA SAGRESTIA nella volta "Gloria di S. Servolo" Pietro Rasina
CAPPELLA DEI Ss. CIRILLO E METODIO 1882/86 con reliquie di S. Cirillo, dipinti "Storie dei Ss. Cirillo e Metodio" Salvatore Nobili con al centro copia settecentesca della famosissima immagine "Madonna orante" di G.B. Salvi detto il Sassoferrato (1609/85)
A fianco del presbiterio "Monumento di Giovanni Francesco Brusati" m.1485 (nipote del Card. Roverella) Luigi Capponi e "Monumento del Card. Bartolomeo Roverella" m.1476 Giovanni Dalmata e aiuti, forse con Andrea Bregno (1418/1503). Sotto affresco "Giudizio Particolare" XI sec. qui spostato dal nartece della basilica inferiore
In fondo alla navata Cappella TERMINALE DI S. GIOVANNI BATTISTA "Statua del Battista" fine 1500 di ignoto (forse seguace di Andrea Sansovino) e affreschi "Dio Padre tra due angeli musicanti" e "Decapitazione di S. Giovanni Battista" forse Jacopo Zucchi
Sul PIEDRITTO D. DELL'ARCONE edicola con rilievo "Card. Giacomo Caetani adorante la Vergine" 1299 forse della scuola di Arnolfo di Cambio (c.1245/1302)
Al centro della navata SCHOLA CANTORUM adattata nel XII sec. con elementi in marmo proconnesio eseguiti a Costantinopoli o a Roma da maestranze bizantine, appartenenti alla chiesa inferiore. Sono databili al c.534 sotto il pontificato di Giovanni II (533/535), il primo papa che si cambiò nome (si chiamava Mercurio) di cui è riprodotto il monogramma nei plutei: è il documento più significativo della scultura protobizantina a Roma e uno dei più importanti del mondo bizantino di età giustinianea. Altare maggiore con fenestella confessionis con all'interno reliquie dei Ss. Clemente e Ignazio di Antiochia. Due AMBONI e CANDELABRO tortile cosmateschi
PRESBITERIO con CIBORIO cosmatesco e CATTEDRA del 1100. Nel catino mosaico di altissima qualità c.1130 "Crocifisso con le 12 colombe tra la Vergine e S. Giovanni, cervi che si abbeverano ai 4 fiumi paradisiaci (Pison, Ghicon, Tigri ed Eufrate) e 4 dottori della Chiesa occidentale (Ss. Agostino, Girolamo, Gregorio e Ambrogio)" senza rapporti iconografici con altre croci musive precedenti. Alla base il titulus recita: "Abbiamo rappresentato la Chiesa di Cristo con questo tralcio di vite che la Legge inaridisce ma che la croce fa verdeggiare"; nel sottarco "Festone di fiori e frutta originato da anfore con al centro monogramma cristologico (Chrismon) tra le lettere A e Ω". Sull'arco trionfale "Cristo con i simboli degli evangelisti", a d. "Ss. Pietro e Clemente con Geremia e la città di Gerusalemme", a s. "Ss. Lorenzo e Paolo con Isaia e la città di Betlemme". Nella fascia inferiore "Agnus Dei con le 12 pecore". Sotto il mosaico affresco con "Cristo, la Vergine e gli apostoli" inizio 1300
NAVATA SINISTRA
Soffitto settecentesco della navata "Incoronazione della Vergine" Pietro Rasina
CAPPELLA TERMINALE del SS. SACRAMENTO "Madonna del Rosario tra i Ss. Domenico e Caterina" 1714 Sebastiano Conca; all'esterno a d. "Madonna con Bambino e S. Giovannino" 1580 Jacopo Zucchi; sull'arco d'ingresso "Geremia" a d. e "Isaia" a s. c.1617 e, all'interno, "Stimmate di S. Francesco" a s. e "Carità di S. Carlo Borromeo" a d. tutti attribuiti alla scuola dei Carracci
Alla parete s. "Monumento del Card. Antonio Venier" m.1479 forse della scuola di Isaia da Pisa o di Andrea Bregno (1418/1503) con colonnine e capitelli antichi rimodellati ad inizio VI sec.
CAPPELLA DI S. CATERINA D'ALESSANDRIA affreschi 1428/31 capolavoro Masolino da Panicale per il Card. Branda Castiglioni con la collaborazione di altri artisti fiorentini (Masaccio? Paolo Uccello? Domenico Veneziano?), portatori a Roma del nuovo e rivoluzionario stile rinascimentale
"Fu il punto di riferimento obbligato per quei pittori fiorentini che non osarono guardare a Masaccio, alla sua drammatica umanità; per costoro la direzione "moderna" fu rappresentata da Masolino, dal suo spirito sereno (BBG)"
"S. Cristoforo", "Annunciazione", "Apostoli"; nella volta "Dottori della Chiesa occidentale e Evangelisti"; parete di fondo "Crocifissione"; parete d. "Storie di S. Ambrogio: nascita, designazione a vescovo di Milano, abbandono della casa del ricco, studiolo e morte"; parete s. "Storie di S. Caterina d'Alessandria: rifiuto di adorare gli idoli, disputa con i 50 filosofi di Alessandria, conversione, decapitazione, miracolo della ruota dentata e trasporto miracoloso del corpo sul Sinai"
Basilica inferiore
Probabilmente IV sec. La prima notizia certa che si ha è però del 417/418. Riscoperta nel 1818 e scavata 1857/70 per volere di Joseph Mullooly priore di S. Clemente. Scavi completati 1912/14. Le recenti migliorie nella sistemazione museale e i restauri hanno notevolmente valorizzato gli ambienti di questo incredibile luogo, rappresentativo dell'accumularsi della stratificazione storica a Roma
NARTECE affresco del IX sec. "Cristo benedicente e santi" e 2 affreschi dell'XI sec.: "Miracolo di S. Clemente" con sotto "S. Clemente, il committente Beno de Rapiza e la sua famiglia" e "Traslazione delle reliquie di S. Clemente"
NAVATA CENTRALE a s. Affreschi dell'epoca di Leone IV (847/855) "Assunzione"; in basso "Apostoli"; ai lati "Leone IV (col nimbo quadrato dei viventi) e S. Vito"; a fianco "Crocifissione" (con Cristo vivente), "Marie al sepolcro", "Discesa di Gesù al limbo", "Nozze di Cana". Alla parete s. Affreschi "Leggenda di S. Alessio" fine XI/inizio XII sec. con sul registro superiore "Cristo in trono fra angeli e santi". Più avanti a s. "Leggenda di S. Clemente e Sisinnio" fine XI/inizioXII sec.: primissimo volgare italiano con "parolaccia" fili de le pute: il prefetto Sisinnio arrabbiato per la conversione e per il voto di castità della propria moglie Teodora, la seguì con alcuni soldati; quando la trovò in una sala mentre assisteva a una messa celebrata da Clemente, ordinò il suo arresto, ma Dio non lo permise accecando Sisinnio e i soldati. I soldati si ritrovarono a trascinare una colonna credendo di trascinare Teodora. Il prefetto restò cieco fino al suo ritorno a casa. Sopra "S. Clemente in cattedra tra santi"
"Le Storie dei santi Clemente e Alessio sono un capolavoro isolato. Il Toesca vi sente un vago ricordo delle decorazioni murali ellenistiche; indubbia è l'influenza della miniatura ottoniana. Il pittore sembra essersi proposto di trasporre in scala di parete non solo la narrazione, ma la raffinata scelta lineare e coloristica degli esemplari miniati. Si tratta dunque di una pittura colta, capace di combinare sapientemente esperienze culturali diverse, e tuttavia rivolta a popolarizzare i suoi contenuti, a stimolare nei punti più sensibili la fantasia e il sentimento dei fedeli (Giulio Carlo Argan)"
NAVATA D. a metà parete nicchia con affresco VIII/IX sec. "Madonna in trono con il Bambino". Più avanti "Sarcofago con Fedra e Ippolito" I sec.
NAVATA S. Resti di una tomba forse di S. Cirillo. La missione più importante che venne affidata ai fratelli di Tessalonica Cirillo e Metodio fu quella presso le popolazioni slave della Pannonia e della Moravia. Il sovrano di Moravia, Rostislav, poi morto martire e venerato come santo, chiese all'imperatore bizantino di inviare missionari nelle sue terre, celando dietro motivazioni religiose anche il fattore politico della preoccupante presenza tedesca nel suo regno. Cirillo accettò l'invito e, giunto nella sua nuova terra di missione, incominciò a tradurre brani del Vangelo di Giovanni inventando, secondo la tradizione non però accertata scientificamente, un nuovo alfabeto, detto glagolitico (da "глаголь" che significa "parola"), oggi meglio noto come alfabeto cirillico. è l'alfabeto usato per scrivere varie lingue slave: il bielorusso, il serbo-bosniaco, il bulgaro, il macedone, il russo, il ruteno, il serbo e l'ucraino nonchè altre lingue non slave. Nell'anno 867 Cirillo e Metodio si recarono a Roma per far ordinare sacerdoti i loro discepoli. Adriano II (867/872) ordinò prete Metodio ed approvò le loro traduzioni della Bibbia e dei testi liturgici in lingua slava. Inoltre Cirillo gli fece dono delle reliquie di S. Clemente, da lui ritrovate in Crimea. Durante la permanenza a Roma nell'869 Cirillo morì e venne sepolto nella Basilica di S. Clemente. Metodio ritornò poi in Moravia
BATTISTERO E CONSIGNATORIUM
Durante scavi recenti sono stati trovati a N della basilica nella cantina del convento il battistero dell'epoca di Giovanni II (533/535) e un'altro piccolo ambiente ritenuto ipoteticamente il Consignatorium ovvero il luogo dove si amministrava la cresima
Costruzioni romane e Mitreo
Edificio rettangolare con lato breve di 29,60 m (97 feet) di grossi blocchi di tufo, con ambienti con volte e muri in opera mista, probabile zecca. Separato da un'altro edifico con una stretta intercapedine. Il cortile interno di questo edificio fu trasformato in mitreo forse nel secondo quarto del III sec. Ara marmorea con rilievi "Mitra con il toro, serpente e due dadofori" III/ IV sec.

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