Saturday, January 12, 2013

Il Pantheon a Roma




Here's an excerpt from my forthcoming super comprehensive guide book about Rome.
It will be called ROMAPEDIA.

The first edition was published in Italian as "Guida di Roma e provincia" in 2011 and the new enlarged edition is due to be released in 2014.
There will also be an edition in English available.
It is a work of synthesis and anthology of the most authoritative sources of facts and reliable information about the art of Rome and its Province.

It is an encyclopedic dictionary with 1,329 entries, including 483 churches, 278 palaces, and 152 museums.


It also includes a profusion of artistically or historically relevant buildings, monuments, archaeological sites as well as 95 towns in the province of Rome, constituting one of the richest sources of information available in a single book about the art and history of the Eternal City.

You can check out for free the first 63 pages of the first edition with this link:


My new ROMAPEDIA blog with the most complete encyclopedia about the art and history of Rome and its surroundings is being published. New entries are being added everyday. Here is the link: romapedia.blogspot.it




PANTHEON
Il Pantheon originario, rettangolare, più piccolo e corrispondente al luogo dell'attuale pronao fu costruito negli anni 27/25 a.C. a cura di Marco Vipsanio Agrippa, genero di Augusto
Fu restaurato dopo l'incendio dell'80 da Domiziano (81/96) e ancora da Traiano (98/117)
Secondo l'antica tradizione romana era il Palus Caprae, il luogo dov'era avvenuta l'apoteosi di Romolo, cioè la sua ascesa al cielo trasportato da un'aquila
Il nome proviene dal greco e significa tutti gli dei indicandone la destinazione cultuale
Fu totalmente ricostruito negli anni 118/125 da Adriano (117/138) che forse fu coinvolto direttamente nel progetto architettonico e che ripropose l'iscrizione originaria falsando la datazione fino agli scavi del 1892 quando l'architetto francese Georges Chedanne scoprì che tutti i mattoni, anche nelle fondamenta portano marchi databili tra il 120 e il 125
I lavori furono terminati nel periodo di Antonino Pio (138/161)
Nel 202 Settimio Severo (193/211) e il figlio Caracalla eseguirono dei restauri ricordati dalla piccola iscrizione sotto la principale
Molti studiosi già dal quindicesimo secolo ritengono il Pantheon come punto di partenza e opera più importante di tutta l'architettura occidentale
"Nonostante l'interpretazione dell'edificio come una sorta di foro coperto in cui Adriano teneva corte, la sacralità del Pantheon sembra indubbia se il grande oculus al sommo della volta ha la funzione, tipica di un templum, di mantenere la relazione tra cielo e terra. L'interpretazione dell'edificio come una sorta di microcosmo sulla terra, nella cui concezione avrebbe avuto parte accanto ad Adriano l'astrologo caldeo Dionisio di Mileto, ha come corollario i ripetuti e anche autorevoli tentativi moderni di interpretare in chiave astrale i singoli elementi della struttura: 7 esedre = 7 pianeti; 28 pilastri = 28 giorni delle fasi lunari; 5 file di cassettoni = 5 pianeti esclusi sole e luna ecc." (Francesca de Caprariis e Fausto Zevi)
"Il Pantheon è soprattutto un santuario dinastico a vocazione cosmica. Dione Cassio racconta che Adriano amava amministrarvi la giustizia, per cui la Rotonda svolgeva anche funzione palaziale di aula Regia. Si tratta del più grande spazio coperto privo di sostegni intermedi che sia stato attuato prima dell'invenzione del cemento armato" (Andrea Carandini)
Tra le statue di dei c'era la famosa "Diana di Nemi" con una corona adornata con ventuno topazi, altre ottanta pietre preziose, un diadema, nove orecchini, otto collane, e braccialetti con berilli e altre gemme delle quale esiste un catalogo iscritto
Le statue nel Pantheon erano naturalmente dipinte, così come lo erano originariamente tutte le statue nell'antichità 
Nel 608 fu ceduto dall'imperatore Foca a Bonifacio IV (608/615) che lo dedicò nel 609 alla Madonna e a tutti i martiri come S. Maria ad Martyres
Si dice che in quest'occasione Bonifacio IV abbia fatto portare dalle catacombe ventotto carri pieni di ossa di martiri che furono sepolte nella zona dell'altare
L'imperatore d'oriente Costante II (641/668) lo spogliò nel 663 del manto in bronzo dorato del tetto che fu rifatto in piombo da Gregorio III (731/741) nel 735
Fu dotato di un palazzo utilizzato addirittura come sede pontificia da Anastasio IV (1153/54)
Nel 1625 Urbano VIII Barberini (1623/44) tolse il rivestimento bronzeo delle travi del portico (c. 200 tonnellate - c. 220 tons) per fare 80 cannoni per Castel Sant'Angelo e le colonne del baldacchino di S. Pietro
Inoltre fece rimpiazzare la colonna d'angolo a sinistra e fece innalzare da Gian Lorenzo Bernini (1598/1680) nel 1626/27 due campanili le cosiddette "orecchie d'asino" che furono abbattuti nel 1882
La sottrazione del bronzo da parte di Urbano VIII provocò la famosa "pasquinata": "A Roma quello che non hanno fatto i barbari, hanno fatto i Barberini"
Alessandro VII Chigi (1655/67) sostituì altre due colonne sul lato sinistro e fece abbassare il livello della piazza che è il punto più basso di Roma, 13,40 m (44 feet) sul livello del mare
Clemente IX Rospigliosi (1667/69) nel 1668 circondò il pronao con una cancellata per tenere fuori il mercato che si svolgeva sulla piazza
Pio VII Chiaramonti (1800/23) avviò il risanamento e Pio IX Mastai-Ferretti (1846/78) lo continuò rinnovando in parte il pavimento interno
Nel 1870 divenne sacrario dei re d'Italia
Negli anni 1881/83 fu restaurato eliminando la cancellata, isolando i fianchi, scavando le adiacenze e demolendo i campanili
Nel 1906 la piazza fu pavimentata con legno di alberi provenienti dall'Argentina donato dagli italiani emigrati lì, per "circondare di religioso silenzio le tombe venerate dei primi re d'Italia". Naturalmente la pavimentazione lignea non durò a lungo
Il Pantheon fu nei secoli teatro di vere e proprie messe in scena religiose nei giorni di celebrazione dell'Assunzione di Maria e dell'Ascensione di Cristo: le statue di Maria e di Cristo venivano innalzate al cielo attraverso il grande buco della cupola creando un suggestivo effetto scenografico
Durante la celebrazione della Pentecoste si svolge tuttora un'impressionante cerimonia durante la quale petali di rosa vengono gettati all'interno dal buco della cupola con il significato simbolico della discesa dello Spirito Santo sui fedeli
All'inizio del 1600 due coniugi norcini vendevano con gran successo delle salsicce dalla bontà incredibile e particolare in Piazza della Rotonda
Gli investigatori di Urbano VIII scoprirono che l'incredibile e particolare bontà era dovuta al fatto che le salsicce erano fatte di carne umana: i due coniugi attiravano le vittime nella cantina della loro bottega e lì le uccidevano e trasformavano in salsicce. Vennero condannati a morte e uccisi nel 1638
33 x 16 m (108 x 52 feet) con "Sedici colonne monolitiche in granito egiziano grigio e rosa" alte 13 m (43 feet)
L'origine egiziana di queste enormi colonne era immediatamente riconosciuta in antichità dagli abitanti dell'impero romano, a differenza di adesso, abituati come siamo a materiali di tanti tipi diversi
Marmo di questo tipo non esiste in Italia o in Europa e il solo fatto di essere stati capaci di portare queste colonne a Roma su chiatte, da cave per di più lontane dal Nilo, era un'affermazione e uno sfoggio di potere enorme del governo romano 
Le colonne sono sormontate da un frontone su cui c'era un rilievo bronzeo rappresentante un'enorme aquila incoronata, l'aquila dell'apoteosi di Romolo, il vero simbolo di Roma
L'iscrizione grande recita: Marco Agrippa figlio di Lucio fece durante il suo terzo consolato
L'iscrizione piccola recita: L'imperatore Cesare Settimio Severo e l'imperatore Cesare Marco Aurelio Antonino restaurarono con ogni cura il Pantheon rovinato dalla vecchiaia
Il pronao era preceduto da una scalinata che recentemente è stata trovata e sepolta di nuovo. L'illusione di trovarsi davanti a un classico tempio in stile greco era data anche dal fatto che la cupola non era visibile dalla grande piazza circondata da un portico antistante il Pantheon
Adriano volle quindi dare un effetto sorpresa a chi entrava e si trovava in un ambiente sferico e modernissimo 
I battenti furono restaurati al tempo di Pio IV Medici (1559/65) ma la struttura è molto probabilmente quella originale, forse quella dell'epoca di Augusto mantenuta come una sort di reliquia nella ricostruzione dell'epoca di Adriano
Sono enormi: 7,53 x 4,45 m (24,7 x 14,6 feet)
Ai lati delle porte ci sono due nicchie dove c'erano forse le statue di Augusto e Agrippa
MURI IN LATERIZIO
Hanno l'incredibile spessore di 6,2 m (20,4 feet) e sono scanditi da nicchie, volte e archi di scarico che alleggeriscono la struttura
Diametro interno di 43,30 m (142,06 feet) pari all'altezza dal pavimento al suo colmo
Le dimensioni perfette danno quindi l'impressione di camminare all'interno di una immensa sfera
Fu voltata su un'unica straordinaria centina di legno emisferica con un getto di conglomerato contenente lapillo vulcanico per alleggerirlo
I romani inventarono il cemento il cui utilizzo scomparve dopo la caduta dell'impero romano d'occidente. Fu riscoperto solo più di mille anni dopo e utilizzato in maniera estensiva comparabile a quella dei romani solo dalla fine del XVIII sec. in poi
Questa cupola è una delle più straordinarie testimonianze esistenti al mondo delle capacità dell'ingegno umano
Il buco (oculus) ha il diametro di c. 9 m (29,52 feet) ed è orlato di bronzo
È tuttora la cupola con il diametro maggiore in Italia:
La cupola della Basilica di S. Pietro, pur essendo più alta, ha un diametro di 42,52 m (139,50 feet) e la cupola del Duomo di Firenze ha un diametro effettivo di 41,47 m (136,05 feet), anche se la diagonale maggiore dell'ottagono è 44,97 m (147,53)
Fuori d'Italia, la Capitol Dome a Washington ha un diametro di 29,26 m (96 feet) e la Cattedrale di S. Paolo a Londra ha un diametro di 31 m (102,10 feet)
Una cupola senza supporti interni più grande fu costruita solo nel 1881 in Inghilterra come parte del Devonshire Royal Hospital building: 44,20 m (145,01 feet)
Ora la cupola più grande al mondo è quella del Cowboys Stadium del 2009 situato ad Arlington in Texas con un diametro di ben 275 m (902 feet)
Il Pantheon è orientato con la facciata verso nord e ogni 21 aprile, giorno della nascita di Roma, a mezzogiorno il raggio del sole che passa attraverso il buco della cupola batteva precisamente sull'entrata
"Significativa appare la constatazione che il Pantheon è collocato esattamente dirimpetto al Mausoleo d'Augusto, distante 500 passi (740 m - 2.428 feet) forse a esso visivamente raccordato con un viale che guidava lo sguardo fino ai due obelischi ai lati dell'ingresso. Ora questa corrispondenza, se realmente esisteva, deve risalire all'impianto augusteo, anche perché nel II sec. erano sorti altri edifici che ostacolavano la prospettiva. Dunque il mondo di riferimenti cosmici coinvolgeva tutto insieme il sistema costituito da Pantheon, Mausoleo, orologio e Ara Pacis: se si accetta l'identità tra il sito del Pantheon e quello della Palus Caprae, luogo dell'apoteosi di Romolo, appare chiara la corrispondenza tra l'apoteosi del fondatore di Roma e quella di Augusto" (Francesca de Caprariis e Fausto Zevi)
QUATTORDICI colonne scanalate monolitiche alte 8,9 m (29 feet) in giallo antico dalla Tunisia e pavonazzetto dalla Turchia
Rifatto nel 1747 da Paolo Posi (1708/76) per Benedetto XIV Lambertini (1740/58)
Un restauro del 1930 ha riproposto sopra l’ultimo nicchione a destra con marmi policromi la decorazione originaria desunta da disegni rinascimentali
Il pavimento anch'esso in marmi policromi, tra cui porfido dall'alto Egitto, è in buona parte originario
1° EDICOLA DESTRA
Pala d'altare "Madonna della Cintola e S. Nicola di Bari" 1686 di anonimo seicentesco
1° CAPPELLA DESTRA
Al centro: "Annunciazione" forse Melozzo degli Ambrosi detto Melozzo da Forlì (1438/94)
Ai lati:
A d. "Incredulità di S. Tommaso" di Pietro Paolo Bonzi detto il Gobbo dei Carracci (c. 1576/1636)
A s. "Ss. Lorenzo e Agnese" di Clemente Maioli (1634/73) ferrarese di cultura cortonesca vicino allo stile di Giovanni Francesco Romanelli
Ai lati ci sono anche "Quattro busti marmorei di prelati" e "Due angeli marmorei" 1696 di scuola berniniana
2° EDICOLA DESTRA
Affresco frammentario "Incoronazione della Vergine" del XIV sec.
"Tomba di Vittorio Emanuele II" 1878 di Manfredo Manfredi (1859/1627) scolpito da Adolfo Laurenti (1856/1944)
"La realizzazione dell'opera (...) non corrispose fedelmente al progetto del Manfredi, il quale aveva previsto la collocazione di un'ara di porfido, non eseguita, e una più ricca decorazione della cornice della grande lapide bronzea; l'intervento, che si avvale efficacemente degli elementi più essenziali del linguaggio classico, appare ben ponderato in funzione della monumentalità e del prestigio del contesto architettonico" (Raffaella Catini - Dizionario Biografico degli Italiani Treccani)
La lampada dorata appesa davanti alla tomba è un ricordo simbolico di Vittorio Emanuele III morto esule ad Alessandria d'Egitto nel 1947
3° EDICOLA DESTRA
Statua "S. Anna e la Vergine" 1715/16 di Lorenzo Ottoni (1648/1736)
Affresco "Madonna e i Ss. Francesco e Giovanni Battista" XV sec. di scuola umbro-laziale. È conosciuto come Madonna della Clemenza o della Cancellata perché era fino al 1837 collocato in una nicchia del pronao protetto da un cancello
A d. tela "Consacrazione del Pantheon" 1750
4° EDICOLA DESTRA
Statua "S. Rasio martire" 1725 di Bernardino Cametti (1669/1736)
Sistemato all'inizio del XVIII sec. da Alessandro Specchi (1668/1729)
Copia della "Madonna con Bambino" del VII sec. romano-bizantina rivestita d’argento che era stata collocata sull'altare in occasione della consacrazione del Pantheon alla Vergine Maria nell'anno 609. Sostituì l'originale agli inizi del XX sec.
Durante i lavori di sistemazione di Alessandro Specchi si trovarono le reliquie dei santi Rasio e Anastasio che vennero messe in una cassetta medievale bronzea. Viene mostrata ai fedeli durante le celebrazioni più importanti
Clemente XI Albani (1700/21) che aveva voluto far eseguire i lavori commissionò quindi le statue dei due santi collocate nelle edicole a destra e sinistra dell'altare. Commissionò anche il mosaico in tessere d'oro e lapislazzuli che sostituì un affresco cinquecentesco di Giovanni Guerra
"Coro ligneo" 1840 di Luigi Poletti (1792/1869)
4° EDICOLA SINISTRA
Statua "S. Anastasio" 1717 di Francesco Moderati (c. 1680/ dopo 1724)
3° CAPPELLA SINISTRA
"Crocifisso" del XV sec.
A s. dipinto "Pentecoste" 1790 del romano Pietro Labruzzi (1738/1805) che fu pittore di corte del re di Polonia Stanislao Augusto
A d. "Monumento al Card. Ercole Consalvi" 1824 segretario di stato di Pio VII Chiaramonti (1800/23) che aveva firmato per il papa il concordato con Napoleone nel 1801 e bassorilievo "Restituzione a Pio VII delle province dello stato pontificio" opere del danese Bertel Thorvaldsen (1770/1844) 
Statua "Madonna del Sasso" 1523/24 di Lorenzo Lotti detto Lorenzetto (1490/1541) commissionata per la propria sottostante tomba dallo stesso Raffaello Sanzio (1483/1520)
A d. "Lapide in ricordo di Maria Bibbiena", nipote del potente cardinale Bernardo da Bibbiena e "fidanzata" di Raffaello. In realtà dalle lettere dell'artista si evince che, nonostante le pressioni del cardinale, lui non fosse assolutamente intenzionato a sposarla
Sotto c'è la lapide della "Tomba dell'immenso Annibale Carracci (1560/1609)" che volle essere sepolto qui nel 1609 a fianco di Raffaello, suo grande ispiratore 
A s. "Busto di Raffaello" 1833 di Giuseppe De Fabris (1790/1860)
"A Raffaello noi torniamo per le magnifiche forme che egli imprestò all'antichità come l'avevamo sognata; e finchè il mondo dei greci e dei romani resterà per noi (...) non solo un fatto culturale, ma un'aspirazione e un desiderio: fino allora, quando leggeremo i poeti greci e latini, noi investiremo le loro immagini in immagini raffaellesche, o derivate da queste; e vedremo quel mondo come Raffaello lo vide: un mondo nel quale gli augelli dell'aurora non cessarono mai il loro canto" (Bernard Berenson)
Sulla tomba di Raffaello è inciso un distico in latino di Pietro Bembo che, tradotto in italiano dice: Qui giace quel Raffaello dal quale, vivo, la gran madre di tutte le cose, la Natura, temette di essere vinta e, lui morto, di morire
"Tomba di Umberto I" (re d'Italia 1878/1900) 1900 di Giuseppe Sacconi (1854/1905), lo stesso architetto del Vittoriano, con lastra di alabastro e rilievi ai lati con figure allegoriche femminili "Bontà" di Eugenio Maccagnani (1852/1930) e "Munificenza" di Arnaldo Zocchi (1851/1922)
"Tomba di Margherita di Savoia" 1926 moglie e cugina di Umberto I
In occasione di una visita della regina Margherita di Savoia a Napoli i pizzaioli napoletani inventarono la pizza margherita con i colori della bandiera italiana: mozzarella per il bianco, basilico per il verde e pomodoro per il rosso
Davanti alle tombe "Ara di porfido" con le insegne reali di Guido Cirilli (1871/1954) che eseguì il progetto di Sacconi per le tombe
2° EDICOLA SINISTRA
Statua "S. Agnese" di Vincenzo Felici (noto 1667/1702)
A s. "Monumento funerario di Baldassarre Peruzzi (1481/1536)" 1921 ricavato da un gesso di Giovanni Duprè (1817/1882)
Gruppo marmoreo "S. Giuseppe e Gesù fanciullo" 1550/60 di Vincenzo De Rossi (1525/87)
Ai lati dipinti a olio su muro "Presepio" e "Adorazione dei Magi" c. 1660 di Francesco Cozza (1605/82)
Sulle pareti laterali stucchi "Riposo dalla fuga in Egitto" 1728 di Carlo Monaldi (c. 1690/1760) e "Il sogno di Giuseppe" 1728 di Paolo Benaglia (?/1739)
In alto:
"Sibilla Cumana" 1674 di Ludovico Gimignani (1643/97)
"Mosè" 1674 di Francesco Rosa (att. dal 1674/m. 1687)
"Eterno Padre" 1674 di G.B. Peruzzini (1629/94)
"David" 1674 di Luigi Garzi (1638/1721)
"Sibilla Eritrea" 1674 di Giovanni Andrea Carlone detto il Genovese (1639/97)
Epigrafi funerarie:
Lapidi dei "virtuosi" Flaminio Vacca (1538/1605) 1605, Taddeo Zuccari (1529/66), Pietro Bonaccorsi detto Perin del Vaga (1501/47) qui sepolti
Vi sono inoltre sepolti il compositore Arcangelo Corelli e l'architetto Jacopo Barozzi detto Vignola (1507/73)
"La Congregazione dei Virtuosi del Pantheon fu istituita nel 1543 da Paolo III Farnese (1534/49). Era un sodalizio di pittori, scultori e architetti che festeggiavano la ricorrenza di S. Giuseppe con una mostra di opere d'arte nel portico del Pantheon, a cui nel XVII sec. parteciparono anche Velásquez e Salvator Rosa. Queste esposizioni sono storicamente molto significative, poiché si configurano come una delle prime attestazioni del libero mercato delle opere d'arte a Roma. La sede della Congregazione, con l'archivio storico e un'interessante raccolta di opere, è collocata nel Pantheon in alcuni locali all'interno dell'avancorpo" (Giovanni Belardi, Federico De Martino)
1°EDICOLA SINISTRA
Dipinto olio su tela "Assunzione della Vergine" 1638 di Andrea Camassei (1602/49)

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